L'Università, i tagli, la sostenibilità dei bilanci

L'Università sta attraversando giorni difficili. Sono state aperte negli anni '90 e primi anni del 2000 moltissime facoltà in piccole città. Queste hanno pochi studenti e molti docenti che considerano la loro cattedra a posto fisso. Il problema di quegli anni è, secondo me, che invece di creare impresa con agevolazioni fiscali, si sono aperte decine di università pubbliche anche nelle più piccole città. Solo in Piemonte sono state aperte sedi di Università a Casale Monferrato, Alessandria, Vercelli, Asti, Novara. A volte i corsi, invece di essere frequentati e dunque mantenuti con le rispettive tasse, da decine di studenti, sono frequentati nei piccoli centri da pochi studenti e moltissimi sono i corsi di laurea differenti. La collettività mantiene dunque atenei piccoli, nei quali a volte in un stesso corso di laurea si ritrovano come docenti marito, moglie e figli. Ma mentre se io apro un'azienda privata ho, a mio parere, tutto il diritto di assumere chi voglio, nel pubblico, se vado a "Servire" la collettività trovo abbastanza improbabile che in alcuni casi siano stati fatti concorsi trasparenti, là dove lavorano in uno stesso piccolo ateneo tutti i componenti di una famiglia. Questo ho avuto modo di verificarlo anche io quando ho fatto domanda per un bando presso la facoltà dove ho studiato informatica e i risultati finali mi sono sembrati alquanto dubbi: per un lavoro di tipo informatico è stata presa una ragazza che a mala pena aveva visto un computer.

Se avessimo un'azienda la riempiremmo di persone in eccedenza, aprendo filiali solo per far lavorare altre persone sapendo già in partenza che l'aprirla ne comporterebbe il fallimento?

L'errore dunque, a mio avviso, non sono i tagli di oggi della Gelmini, dove docenti e ricercatori trovano in pericolo il loro posto di lavoro. L'errore sta nel fatto che sono stati aperti troppi piccoli atenei e dunque quei posti di lavoro, quelle cattedre, non avrebbero mai dovuto diventare operativi, quei posti non avrebbero dovuto esistere, perchè non si può pensare all'infinito di aprire cattedre retribuite con il denaro pubblico.

La protesta dunque è, secondo me, in parte cieca della realtà di ieri, che non curante di una sana logica, ha voluto aprire troppi atenei riempiendoli forse in modo non completamente trasparente e legittimo. Intendo dire che se un concorso c'è per una cattedra, lo deve sapere tutto il resto d'Italia molti mesi prima in modo da permettere a chiunque di provare ad occupare quel posto di lavoro.

La riforma Gelmini a mio avviso è una riforma, che prendendo atto della situazione attuale, vuole cambiare rotta prima che la nave "Università" si sfracelli.

I paragoni con l'Inghilterra non reggono: in quella nazione le tasse sono state innalzate a cifre esorbitanti. La riforma italiana è tutt'altra cosa, che farà anche chiudere qualche ateneo, ma questo serve sia perchè certi atenei non avrebbero mai dovuto essere aperti, sia per convogliare risorse nei maggiori, ad esempio.

Dal sito di Libero.it

Anomala saldatura baroni-studenti - ''La saldatura tra baroni e una parte degli studenti e' l'elemento piu' anomalo della protesta'' in atto in questi giorni. Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini. Secondo il Ministro a non volere il cambiamento sono coloro che ''hanno posizioni consolidate dentro l'universita' e quindi non vedono di buon occhio una legge che introduce la trasparenza nei concorsi e che si batte per eliminare parentopoli''. ''Evidentemente - ha concluso il Ministro - chi non vuole il cambiamento riesce a strumentalizzare anche gli studenti''.
Bersani su tetti come leader precario - Bersani sui tetti? ''Non si capisce se in veste di segretario precario del Pd, piuttosto che di studente ripetente''. Ha commentato il ministro Gelmini criticando, a Mattino Cinque, l'iniziativa del Leader del Partito Democratico, di salire sul tetto della facolta' di Architettura a Roma per esprimere solidarieta' ai ricercatori e agli studenti che protestano da lassu'. ''Il Pd - ha detto il Ministro - ha scelto di non discutere nemmeno la riforma, questa come quelle della scuola e della Pubblica Amministrazione. Ho stima di alcuni parlamentari del Pd, che purtroppo rappresentano una minoranza e che si battono per le riforme. Ma oggi il Pd e' quello di Bersani che, appunto, sale sui tetti'' e ''poi ogni giorno si riempie la bocca di prediche nei confronti del governo che non rispetta il ruolo del Parlamento''. Per il Ministro, il ruolo del Parlamento ''dovrebbe rispettarlo Bersani per primo, perche' quella e' la sede dove si discutono le riforme''.

I rischi dell'azzardo finanziario di Benoît B. Mandelbrot e Nassim N. Taleb

da un articolo del grande matematico Mandelbrot, recentemente scomparso, un'analisi sulla finanza, i risparmi e alcune importanti osservazioni, segue:

Cinque anni fa, il 9 ottobre 2005, il matematico Benoit B. Mandelbrot insieme a Nassim N. Taleb ( l'autore del fortunato saggio "Il Cigno nero" ) scriveva per Il Sole 24 Ore Domenica l'articolo che qui proponiamo. Il matematico, padre dei frattali, avvertiva il mondo dell'economia e della finanza a fare attenzione. La grande crisi finanziaria non era ancora scoppiata e Mandelbrot diceva che i guru della finanza facevano un uso improprio dei concetti probabilistici. Ma non si fermava qui: dava insieme a Taleb istruzioni per non farsi travolgere dal disordine dei mercati, sempre più rischiosi di quanto possiamo pensare.

I vostri soldi sono a rischio... [continua]

La cecità

Ogni 5 secondi una persona diventa cieca. Ogni minuto la stessa sorte tocca a un bambino. In base alle ultime stime dell’OMS, nel mondo 314 milioni di persone soffrono di handicap visivi gravi. Di queste 45 milioni sono cieche (tra cui 1.4 milioni di bambini) e 269 milioni di persone sono ipovedenti. Tra queste ben 144.9 milioni sono affette da gravi difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) che potrebbero, in molti casi, essere corretti con adeguati ausili ottici (ad esempio un paio di occhiali).

Gli difetti refrattivi sono un problema molto grave, soprattutto per i bambini dei PVS che, non potendo seguire adeguatamente le lezioni scolastiche, vengono spesso considerati dagli insegnanti e dai compagni come bambini affetti da ritardo mentale e, quindi, emarginati.

Il 90% delle persone non vedenti vive nei PVS dove, a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie e socio economiche (malnutrizione, malattie, mancanza di medicine e di cure adeguate), una persona ha una probabilità dieci volte superiore di perdere la vista rispetto a chi vive nei Paesi industrializzati. Nei paesi del Sud del mondo il fardello della cecità impedisce a milioni di uomini, donne e bambini di lavorare o di andare a scuola. Essere cieco in un Paese povero del mondo significa, troppo spesso, essere condannato all'emarginazione, alla povertà e, a causa della riduzione dell'aspettativa di vita (un terzo in meno rispetto ad una persona vedente), alla morte.

Eppure, l’80% dei casi cecità potrebbe essere evitato, attuando programmi di prevenzione e di cura, con notevoli vantaggi per la qualità di vita della popolazione disabile o a rischio di disabilità e con minori costi in termini sociali ed economici per la società. Proprio in questo campo si concentrano le attività che CBM, quotidianamente, realizza nei PVS per combattere le patologie che portano alla cecità: la cataratta, il glaucoma, il tracoma, la cecità infantile, l'ipovisione.

Per ulteriori informazioni visitare il sito di CBM Italia.

Omeopatia e Tumori, l'Adjuvant plus e il prof.Zora

da un articolo de "Il Giornale": costretto a rifugiarmi in Vaticano perché aiutavo i malati di tumore di Stefano Lorenzetto - 16/11/2008. Leggi l'articolo integrale.
Il professor Giuseppe Zora, all’epoca docente all’Istituto di clinica oncologica dell’Università di Messina, e la dottoressa Anna Tarantino, biologa nel medesimo istituto, formavano una delle coppie più promettenti nel campo della ricerca sui tumori, e non certo perché erano (sono) marito e moglie. È che trent’anni fa, inoculando nei topi malati di cancro il Corynebacterium parvum, un batterio appartenente alla famiglia dell’agente patogeno che provoca la difterite, avevano constatato sorprendenti regressioni del male.
Ma poi, nel 1979, il professor Save
rio D’Aquino, direttore dell’istituto, chiese loro di sperimentare in laboratorio un siero ottenuto dalle feci e dalle urine delle capre, che gli era stato portato da un veterinario di Agropoli (Salerno), il dottor Liborio Bonifacio. «Scoprimmo che qualche effetto antitumorale sulle cavie malate lo aveva», racconta oggi il professor Zora. «L’anno dopo illustrai i risultati di quella ricerca in un convegno a Saturnia. Fu la fine. Tutto ciò che mia moglie e io avevamo fatto sino a quel momento non valeva più niente».
Ciò che avrebbero fatto di lì in avanti sarebbe valso ancora meno. Eppure il preparato, frutto delle loro ricerche, l’Imb (immunomodulante biologico), non ha niente a che fare col siero Bonifacio. È un prodotto che ha per principio attivo l’Lps, lipopolisaccaride estratto da batteri Gram-negativi, ampiamente studiato presso l’Università di Tours, in grado di supportare il paziente oncologico durante le chemio e le radioterapie.

Fu ostracismo totale. Di più: persecuzione. È passato un quarto di secolo, ma il ricordo è ancora lancinante. La coppia fu costretta a rifugiarsi in territorio vaticano, precisamente nella basilica di Santa Maria in Trastevere, che gode dell’extraterritorialità. «Io non so se questo farmaco cura il cancro, so soltanto che dinanzi a Dio e a me stesso, come uomo e sacerdote, è mio dovere accogliere questi poveretti e aiutarli», disse il parroco, don Vincenzo Paglia, l’assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio poi divenuto vescovo di Terni. I poveretti non erano soltanto i coniugi Zora ma anche i 50.000 malati che nei dieci anni successivi furono visitati e curati gratuitamente, condicio sine qua non per operare entro i confini della Santa Sede. Chi voleva, lasciava un obolo per le spese.
Ma ancora non bastava. Il professor Zora dovette subire l’onta di un arresto, passare due notti in galera, essere inquisito una decina di volte, abbandonare la cattedra di oncologia alla Sapienza di Roma. Nel 1992, per rompere l’assedio, prese con sé la famiglia – moglie e quattro figlie, di cui una oggi laureata in biologia come la madre – e riparò in Svizzera. «Dormivamo in un residence di Morcote, nel Canton Ticino, e intanto i miei avvocati si occupavano dei procedimenti penali». Non essendoci ordini di cattura che pendevano sul suo capo, da buon cittadino italiano s’è sempre presentato nelle aule di giustizia per gli interrogatori.
Il rogo era nel suo destino: è nato nel 1950 a Nola, il paese campano che diede i natali a Giordano Bruno. Da cinque anni il professor Zora è tornato a vivere sul suolo patrio. Scottato dalla drammatica esperienza, si mantiene tuttavia in zona di sicurezza: ha preso casa a Campione d’Italia, quella piccola porzione di Belpaese, appena due chilometri quadrati, incistata nel territorio della Confederazione elvetica, tra Mendrisio e Lugano. Ha istituito la Fondazione Raphael, un organismo scientifico di diritto svizzero senza scopo di lucro, con sede a Melide, per lo studio delle terapie nei tumori e nelle malattie degenerative. Ne è presidente onorario monsignor Giovanni D’Ercole, capo ufficio della sezione affari generali presso la Segreteria di Stato vaticana, che quando andava in onda sulle reti Rai fu proclamato da un sondaggio «il volto più affidabile della Tv italiana». Da quattro anni il professor Zora è tornato a insegnare nell’Università di Milano.
Nel suo ambulatorio di Campione l’uomo dell’Imb ora si fa guardare le spalle da un enorme crocifisso di porcellana che ha commissionato a un artista napoletano e dai ritratti di Giovanni Paolo II e padre Pio. Tutti gli anni va sulla tomba del santo di Pietrelcina. «L’ultima volta, attorniato da gente che soffre, gli ho chiesto: ma io che ci sto a fare qui? Non mi manca nulla. Così ho pregato per gli altri. Come prevenzione». Per anni è tornato a Roma ad assistere gratis i sieropositivi ospitati nella comunità di don Pierino Gelmini. Ogni due mesi scende fino a Sant’Antimo per visitare, sempre gratuitamente, i malati di tumore della zona di Scampia-Secondigliano. «Glielo devo: è la mia terra».
Che cosa c’entra l’Imb con il siero Bonifacio?
«Assolutamente nulla. Infatti non è stato ottenuto dalla capra ma da ceppi batterici acquisiti presso un istituto biologico statunitense. Vi sono due sentenze di proscioglimento del tribunale di Roma, una del giudice Luigi Gennaro e l’altra del giudice Mario Almerighi, che lo attestano. La seconda afferma testualmente che “la distribuzione del prodotto, non inserito nella farmacopea ufficiale ma non per questo in sé illegale, non è ricollegabile a finalità fraudolente bensì a una nota ostilità dell’industria farmaceutica”».
Quando cominciò a distribuirlo?
«I primi trattamenti su pazienti terminali consenzienti, che avevano esaurito tutte le terapie convenzionali, li feci nel 1980, riscontrando subito un miglioramento delle condizioni fisiche e un allungamento della sopravvivenza rispetto alle prognosi ufficiali. Quando Bonifacio nel 1982, ormai prossimo alla morte, smise di distribuire il suo siero, c’erano queste migliaia di malati che non sapevano dove sbattere la testa. Potevo tenere l’Imb per me? Iniziai a darglielo in un locale del quartiere Testaccio, a Roma. Arrivarono i carabinieri. Una settimana dopo ero in piazza San Pietro. Migliaia di pazienti sulla gradinata, tre ore a dispensare fiale, con i gendarmi vaticani che osservavano a debita distanza, senza intervenire. Il giorno dopo trovai ospitalità da don Paglia».
Ha mai prescritto agli oncologici di smettere le cure?
«Mai. Al contrario, spesso sono io a consigliare ai più riottosi le prime tre linee di chemioterapici. Soltanto dopo sconsiglio d’insistere».
A quanti ha allungato la vita?
«Difficile dirlo. Nessuno fa i miracoli. Ma ho pazienti che sono guariti già da 21 anni o che convivono accettabilmente col tumore. Purtroppo non ho qui tutte le cartelle cliniche: ogni volta che me le hanno sequestrate, poi non mi sono più state restituite».
Non può dimostrare se funzioni la chemio o il suo Imb.
«Vero. Però il professor Giuseppe Martines, ordinario di terapia medica all’Università di Chieti-Pescara, ha trattato con l’Imb 461 pazienti di entrambi i sessi, tra i 20 e i 70 anni, affetti da 12 diversi tipi di tumore in fase avanzata: polmone, colon, pancreas, cervello, mammella, vescica... Li ha divisi in due categorie: 307 avevano praticato chemio o radioterapia e si trovavano in progressione di malattia; 154 non si erano sottoposti a nessun trattamento a causa della gravità del male o per loro scelta. Dopo quattro anni, il 38% dei pazienti del primo gruppo e il 48% di quelli del secondo erano ancora in vita. Questo dimostra che la risposta è migliore se il sistema immunologico non è stato distrutto dai farmaci antineoplastici».
Cosa pensa dei chemioterapici?
«Rispetto ai diserbanti puri che venivano usati 25 anni fa, oggi sono molto più selettivi e meno tossici. Sono anche molto costosi. In media un solo ciclo di sei sedute per trattare un carcinoma della mammella su una donna di circa 60 chili comporta una spesa di 7.800 euro, visto che gli antineoplastici sono dosati in milligrammi e vanno rapportati al peso corporeo».
Ma se l’Imb è così efficace, perché l’industria farmaceutica non se n’è impossessata?
«Glielo racconto, perché è la verità. Tra l’82 e l’83, attraverso un amico fotografo di Catania, conosco Vito Scalia, ex ministro della Ricerca scientifica, il quale mi combina un incontro con Alberto Aleotti, proprietario della Menarini e all’epoca presidente di Farmindustria. C’incontriamo all’hotel Bernini Bristol di Roma, presente Scalia e mia moglie. Alla fine Aleotti mi dice: “Professore, a me l’Imb non interessa perché è un prodotto biologico. Non è un prodotto chimico, non è brevettabile, dunque non potrà mai essere mio”. Infatti siamo riusciti a brevettare solo il metodo di preparazione».
Ma ha ceduto il brevetto alla Ocg Ag, un’industria farmaceutica di Berna.
«Che però lo fabbrica come prodotto omeopatico, registrato nel 1996 dalle autorità sanitarie elvetiche col nome commerciale Adjuvant plus. Sono fiale da un millilitro iniettabili intramuscolo, in libera vendita in Svizzera, Germania, Austria e San Marino».
L’omeopatia usa princìpi attivi diluiti oltre il limite del numero di Avogadro. Da un punto di vista chimico questi farmaci sono giudicati dalla medicina ufficiale uno zero assoluto.
«L’Adjuvant plus è diluito in decimali, secondo le regole dell’omeopatia tedesca, quindi il principio attivo è presente. Del resto l’Oms ha codificato di recente che il lipopolisaccaride può essere somministrato solo in microgrammi, altrimenti sarebbe tossico. Lei invece sta parlando dei prodotti diluiti in centesimali, dove in effetti il principio attivo non è più presente».
I chimici attendono che gli omeopati mostrino finalmente un esperimento ripetibile, almeno uno, in modo da distinguere l’acqua normale dall’acqua omeopatica.
«Non si può codificare tutto secondo i canoni che sono stati stabiliti da Tizio o da Caio. Nelle mie fiale non c’è solo la memoria del principio attivo. C’è l’Lps».
Costeranno un occhio.
«No, 5 euro l’una».
Albert Sabin non ricavò neppure un dollaro dall’antipolio.
«Noi lo stesso. La Ocg Ag patrocina soltanto le ricerche scientifiche della Fondazione Raphael. Vivo della mia professione».
E quanto si fa pagare?
«Una normale parcella: 150 euro la prima visita e 100 quelle successive. Bambini e indigenti non hanno mai pagato».
Scusi se insisto, ma spesso mi sono imbattuto in speculazioni economiche sulla pelle dei malati.
«Capisco. Vivo alla luce del sole. Dichiaro 90.000 euro annui di reddito. Mai avuto accertamenti della Finanza. Mai un’accusa per truffa o per lesioni».
Quanti procedimenti giudiziari?
«Una decina. Sono sempre venuti a testimoniare in mio favore i pazienti. Sette-otto archiviazioni. Una sola condanna per detenzione di medicinale non autorizzato».
Dimentica l’arresto.
«Dalla domenica sera al martedì, in seguito al sequestro dell’Imb da parte dei Nas di Firenze. Un’esperienza traumatica ma anche utile. Mi rinchiusero nella prigione di Arezzo con gli abiti che avevo addosso. Alle 20, durante l’ora d’aria, fui avvicinato da decine di detenuti. Sapevano già tutto. Radio Scarpa funziona. Mi offrirono pigiama e spazzolino da denti nuovi di zecca, cucinarono per me. Sono cose che non si dimenticano».
Nessuno la difese?
«Carlo Taormina, perché era il mio avvocato. E poi i radicali: Emma Bonino, Mauro Mellini, Marco Taradash, Adele Faccio».
Ha ancora processi in ballo?
«Neanche uno».
S’è dato una spiegazione dei suoi guai giudiziari?
«Avevo dimostrato con una ricerca seria in ambito universitario, avallata dal direttore d’istituto professor D’Aquino, che il siero Bonifacio non era acqua fresca, come invece aveva sentenziato nel 1970 la commissione presieduta dall’onorevole Pietro Bucalossi, direttore dell’Istituto dei tumori di Milano, dopo una sperimentazione di soli 16 giorni su appena otto pazienti in fase preagonica. Il che spiega anche perché una seconda commissione istituita dal ministro Renato Altissimo, e nella quale sedevano il farmacologo Silvio Garattini e altri luminari, anni dopo bocciò senza appello la sperimentazione dell’Imb, sostenendo che non vi erano i presupposti scientifici per avviarla. Almeno al professor Luigi Di Bella la sperimentazione fu concessa».
Ha conosciuto Di Bella?
«Nel 1979, dunque in tempi non sospetti. Gli portai a Modena i risultati dei test condotti con l’Imb sulle cavie. Mi spronò a proseguire sulla strada intrapresa».
E Bonifacio l’ha conosciuto?
«Sì. Lo considero il padre dell’immunologia biologica. Ebbe l’intuizione di riprendere gli studi condotti nell’anno Mille dalla fiorente scuola medica di Salerno, che guariva le malformazioni cutanee con una concrezione di feci caprine chiamata belzoar. Lui ne ricavò una pozione da iniettare per via intramuscolare».
Ma fu osteggiato.
«È la sorte dei pionieri. Mia moglie studia da anni la cartilagine di squalo, finora ridicolizzata dalla medicina ufficiale. In polvere, diluita e iniettata negli animali, ha dimostrato di ridurre la massa cancerosa e di rallentarne la crescita perché blocca l’irrorazione sanguigna del tumore. Ricorda il clamore suscitato dalla scoperta del professor Judah Folkman? Due proteine, endostatina e angiostatina, decisive nella lotta al cancro perché impediscono la vascolarizzazione dei tumori. Guarda caso sono contenute nella cartilagine di squalo».
S’è fatto un’idea del perché un organismo sviluppa il cancro e un altro no?
«Uno se lo porta dietro geneticamente e l’altro no. Questo non significa che esploda in ogni caso. Vi sono fattori scatenanti».
Quali?
«Inquinamento ambientale, alimentazione, sconvolgimenti emotivi. Ma al primo posto metterei lo stress. Lo stress ci uccide, fa scempio dei nostri equilibri. La vita si regge su quattro mattoni: neuro, psico, endocrino, immuno. Cede uno, e viene giù tutto l’edificio».
Ha mai avuto parenti colpiti dal cancro?
«Mia madre nel 1970. Un tumore della mammella avanzato. Avevo scelto di fare il ginecologo, ma sono diventato oncologo per questo. I suoi due fratelli, medici, insistevano perché si sottoponesse a chemio e radioterapia. Non volle far nulla. È morta nel 2002 a 87 anni. Di ictus».

Ulteriori informazioni si possono leggere qui.



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Gianfrancesco Valsè Pantellini e l'ascorbato di potassio


Un sito internet di informazione che ci rammenta che assai spesso la vera bestia è proprio l'uomo. Dal sito internet ricopio l'introduzione:

"Si dice che l'uomo l'ha sempre mangiato la carne…" - Anche le guerre e gli omicidi sono stati sempre compiuti dall'uomo, non per questo si possono giustificare e perpetuare tradizioni sbagliate. Per milioni di anni i nostri progenitori nella foresta vissero da vegetariani. I cambiamenti climatici di circa due milioni di anni fa li costrinse a includere nella loro dieta anche porzioni di carne nella misura del 20-30%. L'introduzione, anche se relativamente modesta dell'alimento carneo nella loro dieta naturale, fondamentalmente vegetariana, portò ad un calo a picco della lunghezza della vita media dell'individuo (circa il 50%), probabilmente dovuto al conseguente sviluppo delle malattie. L'uomo nasce come animale frugivoro e per milioni di anni si alimenta allo stesso modo delle scimmie antropoidi, finché nell'ultima glaciazione Wurm dell'Era Quaternaria, nel periodo detto Pleistocene, circa qualche milione di anni fa, le foreste, diventate gradualmente inospitali a causa di cambiamenti climatici, iniziati 17 milioni di anni fa, nell'era Terziaria, tra il Miocene ed il Pliocene, si trasformano in savane e i nostri progenitori, sprovvisti di qualunque arma naturale, adatta ad inseguire, a dilaniare e a mangiare la durissima carne cruda della preda, per sopravvivere, si adattarono a mangiare anche la carne, vivendo di sciacallaggio, cioè dei resti degli animali predatori. L'uomo venne prima della caccia e del fuoco, milioni di anni prima. Non poteva dunque essere onnivoro. I primi bracieri ardenti per cuocere il cibo risalgono soltanto a 50 mila anni fa."

Contro la vivisezione

Cosa si nasconde dietro ad un cosmetico, un detersivo, un profumo? Aboliamo la vivisezione! Conviene non comperare animali, piuttosto prendere quelli dismessi da laboratori o dai canili. Per ulteriori informazioni: www.lavocedeiconigli.it

Pelliccia: un prodotto insanguinato

Un reportage ottenuto grazie a una investigazione sotto copertura di Animal Defenders International, che rivela le orribili condizioni in cui sono tenuti gli animali in 30 allevamenti in Finlandia, uno dei maggiori produttori di pellicce in Europa (un esempio tipico, perché tutti gli allevamenti sono uguali, in tutto il mondo).

Anche se l'uso della pelliccia intera è sempre meno diffuso, moltissimi animali vengono fatti soffrire e morire per servire da decorazione a cappotti e giubbini, in forma di colli, polsini e altri inserti. Non perché i clienti lo richiedano, ma perché gli stilisti e chi idea i capi d'abbigliamento hanno deciso così. Occorre dunque rifiutare questa 'moda' fatta di morte, e non comprare mai nulla con inserti in pelliccia, anche quando sembra finta, perché non lo è quasi mai, sono animali uccisi.

Per maggiori informazioni sulla crudeltà delle pellicce visita http://www.agireora.org/pellicce.

Sito ufficiale dell'iniziativa: .

L'alimentazione vegan è ricca di ferro?

Un'alimentazione basata su ingredienti 100% vegetali è molto ricca di ferro: la quantità di ferro assunto con la dieta è più elevata nei vegani rispetto ai latto-ovo-vegetariani e ai non-vegetariani. Intervista a Luciana Baroni, presidente di SSNV - Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana.

Per maggiori informazioni sull'alimentazione vegetariana e vegana visita questo sito.



La Dottoressa Luciana Baroni ci spiega il discorso proteine della dieta Vegan e Vegetariana.

Le proteine, considerate da sempre i mattoni dell'organismo, sono molecole costituite da una catena di elementi, gli aminoacidi, che si organizzano in strutture a conformazione sempre più complessa. La loro struttura base è data però dalla semplice sequenza di aminoacidi. Esistono 20 aminoacidi diversi: di questi, 12 non è necessario assumerli con la dieta, perché l'organismo è in grado di produrli autonomamente, gli altri 8 invece, detti "aminoacidi essenziali", devono essere ottenuti per forza dal cibo.

Non esistono aminoacidi essenziali che non siano presenti in qualche cibo vegetale. I legumi possono essere scarsi di un certo aminoacido essenziale (ma comunque ne contengono una buona quantità), i cereali di un altro, alcune verdure di altri ancora, ma la "completezza" proteica si valuta sull'insieme dei cibi della dieta assunti nel corso della giornata (non serve infatti nemmeno assumerli in contemporanea). E dato che quasi tutti i cibi contengono proteine, a meno che la nostra dieta sia basata sul "cibo spazzatura" è quasi impossibile non ottenere abbastanza proteine all'interno di una dieta che preveda il corretto introito di calorie.

Nei paesi occidentali, il vero problema è invece che si mangiano troppe proteine, non troppo poche. Mediamente ogni giorno mangiamo il doppio di proteine rispetto al necessario per una buona salute. Un eccesso di proteine sottopone il rene ad un superlavoro per eliminare le scorie, abbreviandone la vita.

Con un'alimentazione a base vegetale è più facile evitare l'eccesso di proteine e introdurne la quantità corretta.

Fonte: SSNV - Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana

Il massacro degli agnelli

Ogni anno, all'avvicinarsi della Pasqua, si ripete il massacro degli agnelli.

Mucche torturate in Ohio

Gli orrori della produzione di uova

Un'investigazione in uno stabilimento di produzione di "galline ovaiole" nello stabilimento più grande del mondo (in U.S.A.) mostra le normali pratiche di uccisione e mutilazione dei pulcini.

I pulcini maschi vengono eliminati gettandoli in un tritacarne. Ne muoiono così 150mila al giorno in questo stabilimento.

Per sapere come mangiare "senza crudeltà. Per ulteriori informazioni visita vegfacile.info.

Ben diverso invece quando la mia nonna aveva il pollaio con le galline che le facevano le uova tutti i giorni. La realtà industriale in questo caso è distruttiva e non ha minimamente il senso dell'etica, manifestando che spesso l'animale è l'uomo.

VIVISEZIONE LIBERAZIONE ANIMALI

Animal Liberation: quando l'animale è l'uomo

Animal Liberation è un'Associazione senza fini di lucro, costituita da volontari liberi da ogni vincolo politico e religioso che cerca di ricucire un filo di armonia fra tutti gli esseri viventi e lavora per estendere la coscienza dell'ingiustizia e dello sfruttamento, della feroce dominazione dell'uomo sugli altri animali. Lottiamo per abolire la violenza e la schiavitù imposta dagli umani ai non-umani.

Da You Tube:

"Consigliato a chi ha lo stomaco debole ma vuole sapere come ci procuriamo carne, pellicce, uova, latte, cosmetici e medicinali.... Come distruggiamo il pianeta che ci accoglie e torturiamo le creature che lo abitano per stupidi accessori o per risparmiare pochi euro comprando dalle multinazionali alimenti che non avremmo nemmeno bisogno di consumare.Io ho sempre mangiato carne,e pensavo che fosse umano e naturale.Di sicuro non vado io ad uccidere una povera bestia,quindi meglio che lo faccia qualcun'altro! Ma queste sono torture, sevizie, sofferenze che poveri esseri patiscono ogni giorno della loro vita fino alla morte.Senza contare che vengono imbottiti di antibiotici per resistere alle cattive condizioni igieniche o alle ferite riportate in allevamento...non puo' essere cibo che fa bene al nostro corpo.Su pellicce e vivisezione non c'è bisogno di dire molto... crudeli e gratuite. Quando vedo certe cose penso che non c'è più speranza per l'uomo,ma per fortuna molti hanno il coraggio di ribellarsi e lottare,protestare e reagire... Qualcuno che non si arrende c'è, ...e non sono pochi ,e possiamo esserci anche noi...senza bisogno di andare a fare raid o incendiare laboratori,ma comunque parlando e dicendo NO,che a noi cosi' non và...magari calare un po' il consumo di carne, che tanto sporca solo il nostro organismo con tossine e grassi,soprattutto quella degli allevamenti industriali! ...IO mi auguro di riuscire a smettere."









Propecia - Finasteride - Effetti collaterali - Filmato della televisione svedese

Dalla televisione svedese un filmato in lingua con traduzioni in inglese che evidenzia alcuni effetti collaterali legati all'uso di Propecia da parte di un paziente, tra cui sembrano essere intervenute depressione, cambiamenti ormonali, comparsa di seni, impotenza. La cosa particolare è che, per questo paziente, alla fine dell'assunzione del farmaco gli effetti collaterali non sono svaniti come la Merck Sharp & Dohme sostiene.

A seguito della trasmissione di questo filmato in svezia la Merck Sharp & Dohme è stata spinta dall'agenzia svedese dei prodotti farmaceutici che regola e controlla l'ambito della distribuzione a modificare l'allegato degli effetti collaterali e attualmente riporta che può condurre ad effetti collaterali permanenti.


Altro dipendente di FoxConn deceduto

E' mancato dopo 34 ore ininterrotte di lavoro presso la FoxConn, la ditta che sta tristemente diventando famosa a causa di un certo numero di suicidi. La ditta che produce per noi occidentali prodotti di Apple, Nokia, Sony, ecc. Questo dipendente, ingegnere, vi lavorava dal 2007 ma recentemente sembra che i turni di lavoro siano divenuti più pressanti. E' una ditta con 800.000 dipendenti in Cina che nel solo stabilimento di Shenzen dà lavoro a 400.000 dipententi.

L'iPad non è tutto oro. Ecco quello che non va

L'iPad sarà sicuramente un oggetto che entrerà nella vita di molti. Stupisce però per alcune sue mancate caratteristiche, come per esempio l'assenza di una porta Usb, per lo meno nella sua prima versione di debutto. Un interessante articolo de Il Sole 24 Ore evidenzia pregi e carenze.

L'ultima mattanza (dal programma Report di Rai3 con Milena Gabanelli)

Si parla del tonno e della pesca indiscriminata di questo pesce ad opera di multinazionali. In passato soprattutto assieme al tonno venivano indiscriminatamente catturati anche delfini che venivano poi rilasciati agonizzanti, per cui si stimano in decine e decine di migliaia i delfini uccisi o feriti dalla mattanza dei tonni nel mondo.

Spesso i tonni vengono pescati in base alla dimensione, 3, 4 kg ad esempio, senza rendersi conto che un tonno inferiore ad un metro non è sessualmente sviluppato, non è perciò adulto, non ha contribuito al proseguimento della specie e si è carne fresca e tenera appunto perchè è un esemplare giovane, un "adolescente": la pesca indiscriminata del tonno non guarda un gran che in faccia all'età.

Il tonno si nutre di acciughe che a loro volta si nutrono di Plancton: se questo equilibrio si interrompe, la popolazione del mare si ammala, dice la Gabanelli in studio.

Il tonno è uno dei pesci più grandi che l'uomo pesca industrialmente, può raggiungere i 2,5 metri ed ha corpo robuso e forma simile al pescecane. L'area di diffusione è vastissima infatti lo possiamo trovare in tutti i mari caldi del mondo e durante i mesi invernali i tonni scendo verso sud alla ricerca di acque calde e risalgono a nord in primavera quando il cibo è abbondante. In Europa viene catturato nei paesi meridionali e appena catturati vengono congelati e messi in scatola.

Le acciughe sono voracissime e possono divorare anche pesci di 10-15 cm. di lunghezza, anche se normalmente si nutrono di plancton. Si incontrano in folti branchi in primavera ed in estate anche a basse profondità. Depongono uova pelagiche ovoidali di circa 1 mm. di diametro, gli avannotti si mantengono in gruppo nelle acque superficiali sino all'inizio dell'inverno e poi si spingono a oltre 100 mt. di profondità dove raggiungono le acciughe adulte. L'anno successivo, ormai sessualmente maturi, ricompaiono presso la superficie in primavera-estate per riprodursi.

Da semplice cittadino, non nutrizionista, io prediligo un'alimentazione dove le carni e il pesce sono ridotte a favore invece di verdure, frutta, uova, formaggi, ecc. alimenti cioè che non causano la sofferenza di povere bestiole.

Non dimentichiamo che le reti che vengono stese per catturare i tonni sono stese per giorni e giorni e un tonno inpiega anche un paio di giorni per morire. Le specie inavvertitamente catturate oltre al tonno sono circa 150, si parla di "Cattura accidentale".

Se volete vedere il video completo o leggere l'articolo intergrale vi rimando al sito di Report.

Report: carne per tutti - 17-5-09

I problemi legati alla sopravvivenza del pianeta terra, che un giorno avrà una decina di miliardi di esseri umani viventi, in relazione all'alimento carne, alla sua produzione. Una ragione in più per ridurre i consumi di carne e tendere gradualmente ad un'alimentazione più salubre, vegetariana, a mio avviso.

Prima parte



Seconda parte



Terza parte

Omeopatia e due forum

Leggevo in internet per trovare informazioni sull'omeopatia. Come spesso accade in internet, si trovano commenti spesso fuori luogo e assai superficiali, dei banali link al "Cicap" che porta avanti l'idea di "Credere che l'omeopatia non funzioni". Il fatto poi che al "Cicap" siano iscritti eminenti scienziati non vuol proprio dire molto a mio avviso: i nomi altisonanti a me dicono poco, visto che nella storia vi furono altrettanti nomi altisonanti che la pensavano diversamente.

Dipende su che piano si lavora: non è detto che un bravo chirurgo sappia concepire qualcos'altro oltre le cellule fisiche che taglia e opera e che conosce molto bene. Dipende. La dott.ssa chirurgo e medico omeopata dalla quale sono stato aveva una visione un po' più ampia della medicina e del curare il prossimo risalendo all'origine del problema, per risolverlo e non mettervi un tampone come invece stavano cercando di fare con me in quanto mi sentivo debole e sempre stanco a fine giornata. Il problema di base, non l'unico, era un'intolleranza alimentare, individuata grazie al Vega-Test. Strumento che, io stesso ho verificato, non tutti i medici sanno utilizzare allo stesso modo, il che non significa che questo apparecchio non funzioni! Tutt'altro!

Affermazione quantomai bugiarda il credere l'omeopatia sia solo un placebo, visto che numerosissimi sono i casi di cura di bambini o anche di animali, nella veterinaria, tramite la somministrazione di medicinali omeopatici e ci si chiede dove possa essere presente per l'animale l'effetto placebo?

Eppure lo si cita con post assai spesso in post superficiali. Non si tratta di credere, ma di sperimentare in prima persona, documentarsi o avere dei racconti di prima mano di sperimentazioni, cure omeopatiche. A me l'omeopatia ha dato moltissimo e non la conoscevo, mi sono avvicinato ad essa senza pregiudizi: è una metodologia di cura meravigliosa e, generalmente, senza effetti collaterali di alcun tipo.

Comunque riporto il link a due forum, il primo di medici e il secondo di persone legate al "deterministico" mondo informatico nel quale tutt'ora io lavoro, persone con differenti opinioni.

Mentre io continuo ad affermare la sua validità sperimentale sulla mia persona e il senso, la logica e la sperimentazione di Samuel Hahnemann. E un giorno arriverà la dimostrazione scientifica della validità dell'omeopatia. E' questione di tempo.

Cina, la vita sacrificata a compagnie occientali

Un report statunitense racconta le condizioni disumane di migliaia di lavoratori asiatici. Schiavizzati per assemblare mouse e console.

Alla factory KYE si assembla ogni giorno - anche sette giorni su sette - una gran quantità di prodotti informatici d'uso comune. Dal mouse alla webcam fino all'hardware della console Xbox. Un buon numero di aziende estere fa attualmente capo alla produzione cinese: Microsoft è in testa con una quota del 30 per cento del totale, seguita a ruota da vendor come Best Buy, Hewlett Packard, Samsung, Acer e Logitech, Apple.

Produzione che viene assegnata dai responsabili aziendali a comuni ragazzi cinesi, di età compresa tra i 14 e i 25 anni. L'orario di lavoro è massacrante, dalle 7.45 di mattina alle 11 circa di sera; il salario ridotto ai minimi termini, 65 centesimi l'ora che diventano 52 centesimi con la detrazione del pranzo. Un gruppo di 20 o 30 lavoratori deve completare 2mila mouse di Microsoft in circa 12 ore.

Muove il braccio mentre stava per essere imbalsamata

Dal sito internet del Corriere della Sera:
"Una donna di 45 anni, dichiarata morta dopo un infarto, ha mosso il braccio destro mentre stava per esser imbalsamata in una camera mortuaria dell'ospedale di Cali, in Colombia. A quel punto l'impiegato dell'agenzia funebre ha immediatamente interrotto la procedura...".
Questo dovrebbe farci riflettere anche sul fatto che una persona potrebbe essere apparentemente morta ma in realtà non esserlo ancora: nel caso in cui le si fossero estratti gli organi per donazione, in questo caso, si sarebbe uccisa questa paziente. Il caso è raro, ma non impossibile. Per casi come questi si battono associazioni come la Lega Nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente.

Qui una pagina di informazione su ciò che non viene comunque detto sulla "Donazione degli organi". Con questo non intendiamo affermare che siamo strettamente contrari alla donazione, esistono casi in cui può avere un senso. Ma l'informazione sulle metodologie di espianto è importante perchè i diritti non sono solo del ricevente, ma anche del donatore.

Per chi non è materialista c'è inoltre da considerare, se si analizzano le Tradizioni religiose (indiana, tibetana, cristiana, ecc.), che la morte è un'istante assai cruciale per il morente e il suo trapasso nell'al di là, è un momento assai delicato sotto numerosi punti di vista, documentarsi può essere utile anche considerando questo aspetto tutt'altro che inopportuno.

Come si propaga l'influenza?

La diffusione dei virus influenzali come avviene più di frequente? Un articolo de La Stampa di tempo fa riassumeva le principale modalità di trasmissione del virus, tra cui ad esempio:
  • Si usa il telefono già usato da altri ammalati, ci si strofina poi gli occhi e il virus penetra nell'organismo attraverso questo strofinamento delle mani.
  • Si può aver già contratto la malattia ma per un giorno non manifestare alcun sintomo e si può comunque in quel periodo contribuire alla diffusione del virus.
  • Mangiando ad esempio cose in comune come pop-corn o altro.
  • Si potrebbe tornare al lavoro almeno 1 giorno dopo la scomparsa dei sintomi. In alcuni casi remoti, comunque, gli ammalati sono contagiosi anche per due settimane dopo la guarigione.

A Milano la mafia non esiste?!

A Milano la mafia non esiste. L'organizzazione "Sos Racket e Usura" chiude i battenti nell'indifferenza delle autorità. Il fondatore Frediano Manzi ha subito tre attentati: l'incendio di un furgone, spari contro il negozio e una bomba carta, preceduti da centinaia di telefonate di minaccia.

"Milano. Troppe minacce, si scioglie "Sos Racket". Manzi: "Palazzo Marino non ci appoggia". Dopo 13 anni di attività e l’ennesima intimidazione il presidente di Sos racket e usura ha deciso di mollare. "Non è paura della criminalità organizzata dice, ma una resa per il silenzio da parte delle nostre Istituzioni"". Milano, la città di Berlusconi, Maroni, La Russa, vede la chiusura di una associazione che combatte contro la criminalità. Alla faccia di chi dice che a Milano e in Lombardia non c'è la criminalità organizzata."

Carlo Carli

L'influenza A? ''Business scandalo'': in 6 mesi incassati in borsa 60 miliardi

Articolo di Angelo Angeli da www.ilsalvagente.it:
L'influenza A, le cui conseguenze per settimane hanno tenuto in allarme milioni di persone, era una "falsa pandemia" orchestrata dalle case farmaceutiche pronte a fare miliardi di euro con la vendita del vaccino.
Non si tratta dell'accusa di un medico controcorrente, ma di una precisa denuncia arrivata da Wolfang Wodarg, il presidente tedesco della commissione Sanità del Consiglio d'Europa.
[L'articolo originale non crediamo sia più disponibile sul sito del Salvagente]

Altroconsumo: Garanzia: l'Antitrust indaga sulle catene commerciali dell'hi-tech

Sette grandi catene dell'elettronica nel mirino dell'Antitrust per pratiche commerciali scorrette sulla garanzia: Mediamarket (operante con il marchio Mediaworld), Unieuro, SGM Distribuzione (operante con il marchio MarcoPoloExpert), Euronics e Nova (operanti con il marchio Euronics), DPS Group e DML (operanti con il marchio Trony).

Comportamenti scorretti
L'Authority vuole "verificare se le aziende abbiano agito correttamente nell'informare i consumatori sull'esistenza della garanzia legale sui prodotti e sulle differenze con la garanzia convenzionale offerta a pagamento. Le istruttorie dovranno inoltre accertare se le imprese abbiano correttamente riconosciuto ai consumatori l'esercizio della garanzia legale e il diritto di recesso". [Leggi l'articolo integrale]

Altroconsumo: Influenza A, emergono le verità nascoste

Il Consiglio d'Europa lancia l'accusa: l'Organizzazione mondiale della sanità si è lasciata influenzare dall'industria farmaceutica nella gestione della pandemia legata al virus A/H1N1. In Italia il contratto per la fornitura di vaccini tra ministero della Salute e Novartis, pieno di lati oscuri e inspiegabilmente squilibrato, è coperto dal segreto di Stato.

Un'epidemia creata per vendere farmaci e vaccini
La annunciata pandemia non ha fatto i danni temuti: quello che resta sono milioni di dosi di vaccino inutilizzate. [leggi l'articolo integrale]

La donazione degli organi e la morte

La donazione degli organi può salvare vite umane. Ma ci si interroga sempre sulla vita di chi andrà a perire. Il "Celebralmente morto" identificato dalla medicina, significa morto a tutti gli effetti? Il prelievo degli organi, perchè risultino vitali, deve avvenire "a cuore battente", ma prelevando l'organo è comprensibile che la morte del donatore sarà garantita, eseguita. Dallo stato di "Celebralmente morto" il paziente avrebbe potuto riprendersi? E se nel frattempo gli avessimo espiantato un organo, "avrebbe potuto riprendersi"? Logicamente no, in quest'ultimo caso! Leggo di un libro legato a questo scottante problema e ne ripropongo la descrizione: Dopo il caso di Eluana Englaro un libro di grande attualità. Una lettura per riflettere sul più delicato e fragile dei momenti, quello durante il quale ognuno di noi ha il diritto di essere accompagnato con dignità e amore.
In questo libro racconto le mie esperienze personali dopo il prelievo degli organi di mio figlio, morto a quindici anni. Totalmente disinformata sulle conseguenze, profondamente sotto shock, condizionata dalle pressioni dei medici e assolutamente incapace di comprendere la portata di qualsiasi decisione, ho dato il consenso per l’espianto. L’autrice Il confine tra la vita e la morte si fa ancora più sottile quando a parlare è una madre orfana del proprio figlio. Nel 1985 Renate Greinert ha perso Christian a causa di un incidente stradale. Attraverso il consenso alla donazione degli organi, Christian – dichiarato in stato di morte cerebrale – è stato di aiuto a diversi bambini in tutta Europa. Ma dopo vent’anni di studi e ricerche, sua madre non ha ancora smesso di interrogarsi sulla propria scelta. Un racconto doloroso e a tratti scioccante che invita a considerazioni talvolta scomode e controcorrente. Come deve essere considerato un donatore di organi subito prima del prelievo? Un cadavere, come sostiene la trapiantologia, oppure un morente e quindi, come tale, una persona ancora in vita? Quali interessi si nascondono dietro l’equivoca medicina dei trapianti? Cos’è la morte se non un processo naturale che necessita di un proprio tempo per svolgersi? Affidandoci ciecamente alla scienza o alla religione corriamo il rischio di perdere il senso della nostra volontà individuale. Talvolta l’esperienza di altre persone può essere d’aiuto per formarci un’opinione o mettere in discussione quelle che già abbiamo.

I disastrosi effetti del narcotico Ritalin e le sue conseguenze sul cervello

Rilevo da questa pagina web un libro che ho sentito citare da una dottoressa. Riporto dalla suddetta pagina:

Il Ritalin (metilfenidrato) è un potente stimolante del Sistema Nervoso Centrale, simile alla cocaina.
Anche in Italia, dopo gli USA, migliaia di bambini, diagnosticati come disattenti ed irrequieti (ADHD), rischiano di essere trattati con questo narcotico, efficace solo attraverso un costante incremento di dosaggio.
Il danno alle funzioni cerebrali di questi piccoli pazienti potrebbe risultare irreparabile e il loro futuro essere per sempre condizionato dall’assunzione di psicofarmaci. Una descrizione scientifica che medici, pediatri, educatori e genitori devono conoscere per impedire la rovina di tanti bambini e adolescenti.
Completano l’articolo preziose indicazioni di efficaci alternative terapeutiche.

Sistema immunitario e vaccinazioni - Libro

Nuove conoscenze sul sistema immunitario e conseguenze dell'utilizzo dei vaccini a medio e lungo termine. Relazione del dott. Heinrich KREMER tenuta il 18 febbraio 2001 a Povo di Trento. A cura di Giuseppe Froner. Rivisto e corretto dal dott. Roberto Cappelletti (CILV, Trentino).

«Negli ultimi dieci anni vi è stata una rivoluzione silente nel campo della ricerca immunologica, sto parlando della ricerca della medicina ufficiale. Le conseguenze, i risultati di queste ricerche, invece, si sono poco trasformate in una prassi quotidiana a livello medico scientifico. Per quella che è la mia esperienza posso dire, abbastanza tranquillamente, che la maggior parte dei medici non conoscono le acquisizioni più recenti a livello della ricerca in campo immunologico. Tuttavia i risultati di queste ricerche hanno un effetto determinante anche su quella che sarà la prassi nel campo delle vaccinazioni, e gli effetti sono sia di tipo diretto che di tipo indiretto».

Le Onde Cosmiche e i Circuiti Oscillanti

Georges Lakhovsky è stato uno dei più autorevoli ricercatori che, nei suoi saggi individuò la correlazione dell'irraggiamento cosmo-tellurico con l'insorgenza di infinite patologie degenerative quali il cancro e la leucemia infantile. In oltre 50 anni di studi e ricerche Georges Lakhovsky ha prodotto infinite testimonianze scientifiche sulle degenerazioni cellulari generate dall'irraggiamento geopatico. Dopo aver individuato le cause dell'insorgenza delle principali malattie, Lakhovsky scoprì il rimedio che gli permise di salvare decine di migliaia di persone, animali e piante. Nel corso degli anni, i suoi circuiti oscillanti aperti resero possibile ristabilire le armoniche vibrazionali che consentivano alle cellule, in via di degenerazione, di riequilibrarsi e quindi guarire. Il grande ricercatore, grazie alla sua scoperta, ottenne straordinarie guarigioni su soggetti che la classe medica del tempo aveva diagnosticato inguaribili. Illustri cattedratici, medici, ricercatori hanno adottato le metodologie messe a punto da Lakhovsky perfezionandole e divulgandole, sia a scopo preventivo che terapeutico.
Georges Lakhovsky nacque nel 1870 a Illia, in Russia, si laureò in Ingegneria nel 1894: recatosi a Parigi per perfezionare gli studi universitari, non rientrò più in patria e visse in Francia sino alla morte.
Dal 1926 al 1938 scrisse 21 libri, tradotti in diverse lingue. Morì nel novembre 1942, lasciando alla medicina una porta aperta verso le nuove cure cosmo-vibrazionali.

Influenza A, malati e morti dopo il vaccino

Vaccinarsi non vuol sempre dire rimettersi in salute. Questa non è disinformazione, ma è informazione, visto che in alcuni rari casi, a seguito della vaccinazione possono insorgere effetti collaterali non banali. L'articolo del Corriere.it sembra essere rassicurante, ma immaginate lo stato d'animo dei due genitori tedeschi che hanno sottoposto il loro bimbo alla vaccinazione e il bimbo è deceduto a seguito di essa. Si legge nella nota che soffriva già di una grave cardiopatia congenita. Interessanti comunque le testimonianze riportate sul sito "La leva di Archimede", che suggerisco a chiunque di visitare.