Iniziamo a dire che l'argomento è fonte di viva discussione in quanto lo stesso Ministero della Salute nella Circolare del 30 novembre 2020 evidenzia le seguenti parole: "Non esistono, ad oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati)
di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa
11
vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi,
raccomandato".
Dal quale leggiamo in data 30 novembre 2020 che: "Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che la vitamina D giochi un ruolo nella protezione dall’infezione da nuovo coronavirus. La Circolare del 30 novembre 2020 del ministero della Salute “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2” sottolinea che "non esistono, ad oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato".
Eppure sembrano esservi novità in quanto il sito dell'Istituto Superiore di Sanità è più aggiornato e in data 22 marzo 2021 si legge: "COVID-19 e vitamina D, bassi livelli di quest’ultima possono contribuire ad aggravare la prognosi". Leggiamo insieme un estratto:
In realtà vi sono nuovi studi che vogliono portare alla luce elementi utili per capire se la vitamina D sia o meno un elemento utile nella prevenzione e/o cura del Covid 19.
Inoltre riportiamo un video di una recente produzione RSI (Radiotelevisione svizzera) relativo ad uno studio dell’Università la Sapienza e della San Diego University sta esaminando l’alta concentrazione di vitamina D negli abitanti della regione, rilevandone dei benefici.