L'Università, i tagli, la sostenibilità dei bilanci

L'Università sta attraversando giorni difficili. Sono state aperte negli anni '90 e primi anni del 2000 moltissime facoltà in piccole città. Queste hanno pochi studenti e molti docenti che considerano la loro cattedra a posto fisso. Il problema di quegli anni è, secondo me, che invece di creare impresa con agevolazioni fiscali, si sono aperte decine di università pubbliche anche nelle più piccole città. Solo in Piemonte sono state aperte sedi di Università a Casale Monferrato, Alessandria, Vercelli, Asti, Novara. A volte i corsi, invece di essere frequentati e dunque mantenuti con le rispettive tasse, da decine di studenti, sono frequentati nei piccoli centri da pochi studenti e moltissimi sono i corsi di laurea differenti. La collettività mantiene dunque atenei piccoli, nei quali a volte in un stesso corso di laurea si ritrovano come docenti marito, moglie e figli. Ma mentre se io apro un'azienda privata ho, a mio parere, tutto il diritto di assumere chi voglio, nel pubblico, se vado a "Servire" la collettività trovo abbastanza improbabile che in alcuni casi siano stati fatti concorsi trasparenti, là dove lavorano in uno stesso piccolo ateneo tutti i componenti di una famiglia. Questo ho avuto modo di verificarlo anche io quando ho fatto domanda per un bando presso la facoltà dove ho studiato informatica e i risultati finali mi sono sembrati alquanto dubbi: per un lavoro di tipo informatico è stata presa una ragazza che a mala pena aveva visto un computer.

Se avessimo un'azienda la riempiremmo di persone in eccedenza, aprendo filiali solo per far lavorare altre persone sapendo già in partenza che l'aprirla ne comporterebbe il fallimento?

L'errore dunque, a mio avviso, non sono i tagli di oggi della Gelmini, dove docenti e ricercatori trovano in pericolo il loro posto di lavoro. L'errore sta nel fatto che sono stati aperti troppi piccoli atenei e dunque quei posti di lavoro, quelle cattedre, non avrebbero mai dovuto diventare operativi, quei posti non avrebbero dovuto esistere, perchè non si può pensare all'infinito di aprire cattedre retribuite con il denaro pubblico.

La protesta dunque è, secondo me, in parte cieca della realtà di ieri, che non curante di una sana logica, ha voluto aprire troppi atenei riempiendoli forse in modo non completamente trasparente e legittimo. Intendo dire che se un concorso c'è per una cattedra, lo deve sapere tutto il resto d'Italia molti mesi prima in modo da permettere a chiunque di provare ad occupare quel posto di lavoro.

La riforma Gelmini a mio avviso è una riforma, che prendendo atto della situazione attuale, vuole cambiare rotta prima che la nave "Università" si sfracelli.

I paragoni con l'Inghilterra non reggono: in quella nazione le tasse sono state innalzate a cifre esorbitanti. La riforma italiana è tutt'altra cosa, che farà anche chiudere qualche ateneo, ma questo serve sia perchè certi atenei non avrebbero mai dovuto essere aperti, sia per convogliare risorse nei maggiori, ad esempio.

Dal sito di Libero.it

Anomala saldatura baroni-studenti - ''La saldatura tra baroni e una parte degli studenti e' l'elemento piu' anomalo della protesta'' in atto in questi giorni. Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini. Secondo il Ministro a non volere il cambiamento sono coloro che ''hanno posizioni consolidate dentro l'universita' e quindi non vedono di buon occhio una legge che introduce la trasparenza nei concorsi e che si batte per eliminare parentopoli''. ''Evidentemente - ha concluso il Ministro - chi non vuole il cambiamento riesce a strumentalizzare anche gli studenti''.
Bersani su tetti come leader precario - Bersani sui tetti? ''Non si capisce se in veste di segretario precario del Pd, piuttosto che di studente ripetente''. Ha commentato il ministro Gelmini criticando, a Mattino Cinque, l'iniziativa del Leader del Partito Democratico, di salire sul tetto della facolta' di Architettura a Roma per esprimere solidarieta' ai ricercatori e agli studenti che protestano da lassu'. ''Il Pd - ha detto il Ministro - ha scelto di non discutere nemmeno la riforma, questa come quelle della scuola e della Pubblica Amministrazione. Ho stima di alcuni parlamentari del Pd, che purtroppo rappresentano una minoranza e che si battono per le riforme. Ma oggi il Pd e' quello di Bersani che, appunto, sale sui tetti'' e ''poi ogni giorno si riempie la bocca di prediche nei confronti del governo che non rispetta il ruolo del Parlamento''. Per il Ministro, il ruolo del Parlamento ''dovrebbe rispettarlo Bersani per primo, perche' quella e' la sede dove si discutono le riforme''.

I rischi dell'azzardo finanziario di Benoît B. Mandelbrot e Nassim N. Taleb

da un articolo del grande matematico Mandelbrot, recentemente scomparso, un'analisi sulla finanza, i risparmi e alcune importanti osservazioni, segue:

Cinque anni fa, il 9 ottobre 2005, il matematico Benoit B. Mandelbrot insieme a Nassim N. Taleb ( l'autore del fortunato saggio "Il Cigno nero" ) scriveva per Il Sole 24 Ore Domenica l'articolo che qui proponiamo. Il matematico, padre dei frattali, avvertiva il mondo dell'economia e della finanza a fare attenzione. La grande crisi finanziaria non era ancora scoppiata e Mandelbrot diceva che i guru della finanza facevano un uso improprio dei concetti probabilistici. Ma non si fermava qui: dava insieme a Taleb istruzioni per non farsi travolgere dal disordine dei mercati, sempre più rischiosi di quanto possiamo pensare.

I vostri soldi sono a rischio... [continua]