Le Pandemie possono essere inventate come strategia di “Disease Mongering”? Nuovi vaccini pandemici per "nuovi malati"?

Riporto qualche riga di un articolo estremamente interessante di Marcello Pamio del 2 ottobre 2009, certamente da leggere per comprendere meglio cosa siano i vaccini, le influenze tra cui quella stagionale, l'aviaria, la suina e cosa si intende per "Medicalizzazione della società". Per essere sempre più consapevoli senza voler impugnare alcuna tesi ma comprendendo che l'informazione e lo storico ad essa legato, aiuta a capire meglio i fenomeni.

Come avviene questa “Medicalizzazione della società”?
Il 25 giugno 2005 lo stesso B.J.M. “British Medical Journal” (il giornale della casta dei camici bianchi britannici) lancia l’allarme della «eccessiva medicalizzazione e della continua riduzione dei valori di normalità della pressione arteriosa e del colesterolo».
Cosa significa questo allarme?
Significa che le lobbies del farmaco con il connubio delle istituzioni sanitarie internazionali continuano ad abbassare i valori di “normalità” (pressione arteriosa, colesterolo, trigliceridi, glicemia, densità ossea, ecc.) da una parte, e aumentare gli “Screening di massa” dall’altra, rendendo “malate” milioni di persone, oggettivamente sane! Queste persone “sane”, con la compiacenza/ignoranza dei medici, saranno “curate” con droghe e/o veleni, intossicandole e facendole diventare malate per davvero.

Tecnicamente avviene in 3 passaggi:

1) "PIANO QUANTITATIVO": ABBASSANDO LE SOGLIE
2) “PIANO TEMPORALE”: DIAGNOSI PRECOCE
3) “PIANO QUALITATIVO”: NUOVE MALATTIE

continua sul sito disinformazione.it

APO Italia risponde ai tendenziosi allarmismi del prof Garattini

Leggo dal sito www.disinformazione.it e riproduco integralmente in quanto condivido le informazioni riportate:

Comunicato Stampa di APO Italia (Associazione Pazienti Omeopatici) in risposta alle dichiarazioni del Prof. Garattini riportate dal 8 ottobre u.s. su TV e quotidiani

APO Italia risponde ai tendenziosi allarmismi del prof. Garattini
Perché ad intervenire sui giornali sono sempre le stesse "autorevoli" persone appartenenti alla Medicina classica?
Perchè si dà voce solo agli stessi personaggi?
Perchè si vuole intimorire "il grande pubblico" con affermazioni del tipo: "le medicine alternative possono avere effetti letali"?
Mentre ammiriamo lo scrupolo con il quale il farmacologo Garattini esprime il suo giudizio negativo sull'efficacia terapeutica dell'Omeopatia e di altre medicine complementari, noi pazienti di APO Italia - grande schiera di aspiranti suicidi, sic! (quasi il 20% della popolazione italiana si affida alle cure dei medici chiamati, dall'emerito signore, "alternativi") - vorremmo rassicurarlo del fatto che non scambiamo un innocuo globuletto di "acqua fresca" per un rimedio efficace, perchè sappiamo benissimo che "non è acqua fresca" ma un farmaco a tutti gli effetti, dato che lo sperimentiamo sulla nostra pelle da tantissimi anni, curando patologie di tutti i tipi, anche quelle che la medicina accademica ritiene che l'omeopatia non sia in grado di curare. Vorremmo, inoltre, indirizzare l'attenzione del professore sul fatto che i pazienti omeopatici (colti, residenti soprattutto al nord o al centro Italia - dati ISTAT) sono stanchi ed indignati di sentir ripetere sempre la stessa tiritera. Si ritira fuori "il caso"di un bambino, purtroppo morto nel 2006 per una patologia infausta, addebitandone il decesso alle medicine "alternative"; mentre non si danno quasi mai notizie di centinaia, direi migliaia di morti dovute all'impotenza della medicina classica. Avete forse letto qualche volta sui giornali delle infinite guarigioni ottenute grazie proprio alla medicina omeopatica? Mai! Noi, pazienti omeopatici, ci chiediamo ancora una volta come mai ci siano ancora taluni farmacologi che insistono a spargere tendenziosi allarmismi... "di parte"! Ma quali interessi intercorrono che possano spiegare questo accanito ostracismo ad una Medicina dolce, economica, non violenta e non tossica? Sono a conoscenza costoro che i medici che praticano la Medicina omeopatica sono laureati in Medicina e Chirurgia, specializzati e, talvolta, con più di una laurea? Sono a conoscenza, costoro, che in molti Paesi europei come Germania, Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio, ecc., questa Medicina non soltanto è riconosciuta ma è anche parzialmente rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale? O ritengono che i loro governanti non abbiano a cuore la salute dei cittadini? Detto questo, il nostro augurio - al contrario di quanto chiede il Professore - è che la Medicina omeopatica sia regolamentata ed al più presto riconosciuta dal SSN (come avvenuto nella Regione Toscana dove, grazie ad una amministrazione sensibile, i cittadini sono riusciti ad ottenere prestazioni di medicina: omeopatica, fitoterapica ed agopuntura nel SSR, integrandole con quella accademica). Ciò ad evitare che improvvisatori e ciarlatani - o persone senza una laurea in medicina, oppure senza conoscenza della materia, pratichino abusivamente questa preziosa e indispensabile terapia senza esserne all'altezza.

Daniela Salvucci
Vicepresidente APO Italia
Associazione Pazienti Omeopatici
www.apoitalia.it

Vaccinarsi o meno? Un'esperienza personale

Copio e incollo una lettera che scrissi in riferimento a miei pensieri ed esperienze personali legate al vaccinarsi. La lettera ha una concezione prettamente non medica, da paziente che osserva, si documenta e ragiona. Segue:
Per 3 anni ho fatto il vaccino anti-influenzale esclusivamente spinto a farlo a seguito della pressione mediatica: dai giornalini come CITY, Leggo, Metro che danno in stazione alle pagine dei quotidiani, l'invito era forte ed evidente, per cui ho deciso di vaccinarmi nel 2005 per la prima volta. Anche perchè avevo un "contratto a progetto" e stupidamente mettevo davanti il "lavoro", la necessità del "lavorare sempre" davanti alla salute, neanche il mio corpo fosse un robot programmato per lavorare sempre... Poi al terzo anno di vaccino anti-infuenzale, nel 2007, ad ottobre sono stato male, cioè dopo averlo fatto un venerdì sera, il lunedì stavo ancora male o meglio niente febbre, nessuna apparente patologia, ma mi sentivo veramente strano, come se... mi avessero "sparato" un virus estraneo nel mio corpo e ne stessi avendo alcuni effetti collaterali come confusione, stanchezza fisica e mentale, pesantezza. Mi sentivo come un malato senza apparente malattia.
Ho allora capito che sul mio corpo non aveva fatto bene assumere il vaccino anti-influenzale e ho deciso di approfondire l'argomento. Mi ha molto fatto riflettere il fatto che in altri paesi come la Germania, l'Inghilterra o la Francia non ci sia questa "campagna mediatica" pro-vaccini come avviene in Italia. Anzi in Francia uno dei principali medicinali anti-influenzali è l'Oscillococcinum un medicinale omeopatico basato su dosi infinitesimali di estratti di anatre che tendono a non ammalarsi mai.
Ho deciso di approfondire l'argomento interessandomi di omeopatia, acquistando libri, richiedendo il parere di amici medici omeopati (dai quali mi sono fatto visitare) e amici farmacisti coetanei. Ritengo che dietro ai vaccini vi siano enormi interessi e che vaccinarsi non significa evitare la malattia visto che il virus può mutare. Ritengo il vaccinarsi, lo dico da paziente e non da medico, una profilassi in buona parte innaturale perchè se ipotizzo che un vent'enne si vaccini per l'anti-influenzale sino ai 70 anni tutti gli anni, mi chiedo... per 50 anni si sarà "sparato" nel sangue virus "attenuati" è un qualcosa di *naturale*? Ritengo oggi esistano metodi di cura alternativi e a mio parere, ripeto il mio è un personale parere da paziente, più efficaci rispetto alle vaccinazioni anti-influenzali. La propoli unita a rimedi erboristici e omeopatici, dietro prescrizione medica, possono curare efficacemente molti malanni di stagione. Quest'anno avevo il "mal di gola", mentre gli altri anni prendevo una o due pasticche e il mal di gola non passava un gran che, quest'anno mi sono rivolto ad una brava omeopata che al sopraggiungere del mal di gola mi ha dato un rimedio calibrato sul mio fisico e in 24 ore era notevolmente attenuato, al terzo giorno di cura non c'era quasi più. L'anno prima sono andato avanti 3 mesi con un mal di gola simile. Dunque ho desiderato approfondire l'argomento per quanto un semplice paziente possa fare, con la sola pretesa di imparare qualche consiglio utile per me stesso. Ognuno è più che logico che segua la sua coscienza se vaccinarsi o meno. Io personalmente credo non farò mai più una vaccinazione anti-influenzale stagionale. Anche perchè ritengo sia innaturale non ammalarsi mai. Lessi tempo fa che nella febbre l'organismo butta fuori tossine che altrimenti negli anni, se uno non si ammalasse mai verrebbero riversate all'interno dell'organismo: in quell'articolo si parlava positivamente di una febbre moderata "stagionale", cioè non come un qualcosa da evitare ad ogni costo per evitare di perdere qualche ora di lavoro. Ritengo appunto che il nostro corpo sia uno strumento altamente perfetto, non una macchina!

Lettera ai genitori sulla "Nuova Influenza"

Il Dott. Eugenio Serravalle, Specialista in Pediatria Preventiva, scrive una lettera informativa ai genitori sull'influenza A/H1N1, valutando l'utilità o meno di sottoporre i propri figli alla vaccinazione.

È importante essere a conoscenza dei dati oggettivi sulla diffusione e presunta gravità e atipicità dell'influenza per poter scegliere in maniera consapevole e responsabile in un contesto - come quello attuale - fortemente condizionato dai mezzi mediatici.

Vi preghiamo pertanto di diffondere questa lettera il più possibile:

*LETTERA AI GENITORI SULLA "NUOVA INFLUENZA"*

Cari genitori,

ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.

La mia risposta è NO! Un 'no' motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un 'no' controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti:
avranno le loro ragioni.

Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto

L'epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il virus A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l'unica patologia che colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell'influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1.

Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo stato di pandemia. La sola parola-pandemia-fa paura. Ma questa definizione è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi dove l'A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% negli USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la responsabilità).

Non deve meravigliare: purtroppo si può, e si muore, di influenza, se si soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una malattia immunitaria, o se si è anziani.

Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi. Nell'inverno australe (che coincide con l'estate in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell'inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno "normale" i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.

La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.

Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65 anni di età, l'influenza A colpisce invece prevalentemente persone di età inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l'influenza A provoca pochi decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono morte 324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni anno per l'influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 sotto i 65 anni.

Perchè allora il panico?

Quanto successo nei Paesi dell'Emisfero australe ci rassicura: l'influenza A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i mezzi di informazione hanno creato il panico. E' un tipico esempio di "invenzione delle malattie" (disease mongering). Non si tratta della prima volta. Nel 2005 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva previsto fino a sette milioni di morti per l'influenza aviaria. Alla fine i morti furono 262. Si tratto' di un gravissimo errore prognostico?

Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan) l'attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe un giro di oltre 10 miliardi di dollari.

I medicinali funzionano?

Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali, Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su individui già ammalati l'azione dimostrata di questi farmaci è di poter accorciare di mezza giornata la durata dei sintomi dell'influenza. Né va dimenticato che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato l'Oseltamivir contro l'A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici.

...E i vaccini?

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il virus cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l'Agenzia del farmaco europea (EMEA) dichiarano necessaria un'attenta sorveglianza. Alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.

Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l'influenza stagionale, sappiamo che ha un'efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani.

Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l'influenza A, ma ricordiamo che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu un'epidemia di reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile, tanto più per fermare un'influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l'errore del 1976.

Un'altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di ridurre la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono strumenti o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.

Come curarsi?

Per curare l'influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire davanti agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è dimostrato che l'uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell'epidemia.

Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di firmare il "consenso informato", una informativa sui rischi. Leggetelo bene, prima di decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi. Chiedete e chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un programma di sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione. Chiedete e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l'indennizzo ai danneggiati.
Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.

Dott. Eugenio Serravalle,
Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale

Pisa 6 settembre 2009